Letrozolo Cos’è, come e quando si assume Controindicazioni
Le cellule tumorali costituenti molte forme di carcinoma mammario hanno bisogno di estrogeni per la loro crescita. Nella fase di pre-menopausa, gli estrogeni vengono prodotti prevalentemente nelle ovaie. Nella post-menopausa, invece, le ovaie perdono la loro capacità funzionale, ma gli estrogeni continuano ad essere sintetizzati – anche se in minima quantità – nei tessuti adiposi periferici, come quelli che si trovano nel seno.
Se dimentica di prendere Letrozolo
Bisogna perciò fare attenzione alla somministrazione concomitante di letrozolo e farmaci capaci di inibire questo enzima. Farmaci quali il tamoxifene (un farmaco antitumorale), farmaci anti-estrogeni o estrogeni possono diminuire l’attività del letrozolo. In particolare, sembra che il tamoxifene sia in grado di diminuire notevolmente la concentrazione plasmatica del farmaco, diminuendone così l’efficacia terapeutica. La somministrazione concomitante di letrozolo con questa tipologia di farmaci dovrebbe, pertanto, essere evitata. Da studi condotti in vitro, sembra che il letrozolo sia in grado di inibire gli isoenzimi P2A6 e P2C19 del citocromo P450. In ogni caso, è necessario informare il medico se si stanno assumendo – o se sono stati recentemente assunti – farmaci di qualsiasi tipo, compresi farmaci da banco e prodotti omeopatici e/o erboristici.
- La terapia con letrozolo può causare un aumento della sudorazione e vampate di calore.
- 1 Reazioni avverse al farmaco segnalate solo nel trattamento della fase metastatica.
- Poiché vi sono segnalazioni di donne che hanno recuperato la funzione ovarica durante il trattamento con ZOLTRON nonostante un chiaro stato postmenopausale all’inizio della terapia, il medico deve discutere di una contraccezione adeguata in caso di necessità.
- È importante informare il medico di qualsiasi effetto collaterale o cambiamento nelle condizioni di salute.
0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
Non ci sono state differenze significative nella DFS, OS, SDFS o DDFS in nessuna delle STA dai confronti a coppie randomizzate (Tabella 7). La cimetidina, un inibitore debole aspecifico degli enzimi CYP450, non ha influenzato le concentrazioni plasmatiche del letrozolo. Indotta, dopo ripresa o progressione della malattia che siano state trattate in precedenza con antiestrogeni. Se questi sintomi compaiono, potrebbero essere alleviati dall’assunzione del farmaco all’ora dei pasti o prima di coricarsi. Il vomito può essere trattato con farmaci antiemetici e la diarrea con farmaci antidiarroici. Il trattamento con letrozolo può scatenare reazioni cutanee che si manifestano sotto forma di arrossamenti, rash, orticaria, vescicole a labbra, occhi o gola, desquamazione della pelle ed eritemi.
Quest‘effetto collaterale costituisce una delle cause principali di sospensione del trattamento. Si descrivono di seguito gli effetti collaterali più comuni e anche i meno frequenti, mentre sono stati tralasciati gli effetti collaterali molto rari. Il letrozolo blocca questo processo, inibendo, quindi, la conversione chimica. Di conseguenza, diminuisce la quantità di estrogeno in circolo nell’organismo. Il Letrozolo agisce riducendo la concentrazione di ormoni estrogeni generati dall’organismo. In questo modo contribuisce a bloccare lo sviluppo di certe forme di tumore al seno le cui cellule hanno bisogno di questi ormoni per moltiplicarsi.
Il letrozolo impedisce la produzione di estrogeni nel corpo bloccando l’enzima aromatasi. Questo farmaco viene utilizzato nel trattamento del cancro al seno nelle donne in quanto riduce i livelli sierici di estrogeni di un margine sostanziale. Può prevenire la diffusione di malattie o disturbi di salute causati dall’eccessiva produzione di ormoni estrogeni. L’analisi dei Trattamenti Sequenziali (STA) affronta il secondo quesito primario dello studio BIG 1- 98, volto a determinare se la sequenza letrozolo e tamoxifene risulta essere superiore alla monoterapia con letrozolo.
Non ci sono state differenze significative nella percentuale di fratture – 15% nel gruppo di trattamento con letrozolo, 17% nel gruppo di trattamento con tamoxifene. La somministrazione concomitante di letrozolo con tamoxifene, altri anti-estrogeni o terapie contenenti estrogeni deve essere evitata in quanto queste sostanze possono diminuire l’azione farmacologica del letrozolo (vedere paragrafo 4.5). Non è richiesta alcuna modifica della dose di letrozolo per le pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata (Child-Pugh A o B). Non sono disponibili dati sufficienti per pazienti con insufficienza epatica grave. Pazienti con insufficienza epatica grave (Child-Pugh C) richiedono uno stretto controllo (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Approssimativamente il 50% delle pazienti ha eseguito il cross over al gruppo di trattamento opposto e il cross over è stato di fatto completato entro 36 mesi. Il tempo mediano al crossover è stato di 17 mesi (da letrozolo a tamoxifene) e 13 mesi (da tamoxifene a letrozolo). Il Letrozolo è prescritto principalmente per il trattamento del cancro al seno ormonale positivo in donne in post-menopausa. Può essere utilizzato sia come terapia iniziale immediatamente dopo la diagnosi, sia come trattamento successivo alla chemioterapia o alla radioterapia. Inoltre, il Letrozolo può essere prescritto per prevenire la recidiva del cancro al seno. In alcuni casi, può essere utilizzato anche nel trattamento dell’infertilità nelle donne in pre-menopausa, stimolando l’ovulazione.
È importante non saltare le dosi e non interrompere il trattamento senza prima aver consultato il medico. Se si dimentica una dose, è consigliato prenderla non appena ci si ricorda, a meno che non sia quasi ora della dose successiva. In questo caso, è meglio saltare la dose dimenticata e continuare con il normale programma di dosaggio. Il Clenoged 0,04 mg Euro Prime Farmaceuticals può essere assunto con o senza cibo, ma è preferibile prenderlo alla stessa ora ogni giorno.
Gli isoenzimi 3A4 e 2A6 del citocromo P450 sono in grado di convertire il letrozolo in questo metabolita. La formazione di metaboliti minori non identificati e l’escrezione diretta per via renale e fecale hanno un ruolo di secondo piano nell’ambito dell’eliminazione globale del letrozolo. Dopo la somministrazione di 2,5 mg di letrozolo marcato con 14C a volontarie sane in post-menopausa, l’88,2 ± 7,6% della radioattività è stata recuperata nelle urine ed il 3,8% ± 0,9% nelle feci entro 2 settimane. Almeno il 75% della radioattività recuperata nelle urine fino a 216 ore (84,7 ± 7,8% della dose) è stato attribuito al glucuronide del metabolita carbinolo, circa il 9% a due metaboliti non identificati ed il 6% a letrozolo immodificato. ZOLTRON deve essere usato solo in donne con uno stato di post-menopausa definito chiaramente (vedere paragrafo 4.4). Poiché vi sono segnalazioni di donne che hanno recuperato la funzione ovarica durante il trattamento con ZOLTRON nonostante un chiaro stato postmenopausale all’inizio della terapia, il medico deve discutere di una contraccezione adeguata in caso di necessità.
Dopo la menopausa gli estrogeni derivano quasi completamente dalle aromatasi non ovariche. Gli inibitori dell’aromatasi inibiscono o inattivano l’enzima aromatasi, determinando conseguentemente una soppressione totale della sintesi di estrogeni, in particolare nelle donne in postmenopausa. In seguito alla somministrazione, è stata osservata una leggera riduzione della densità minerale ossea con conseguente aumento della percentuale di fratture. In donne in post-menopausa con carcinoma mammario avanzato è stata condotta una sperimentazione clinica, controllata e in doppio cieco, confrontando letrozolo 2,5 mg e tamoxifene 20 mg come terapia di prima linea. Su una popolazione di 907 pazienti, letrozolo è risultato superiore a tamoxifene per quanto riguarda il tempo alla progressione (end-point primario) e il tasso di risposte obiettive, il tempo al fallimento del trattamento ed il beneficio clinico. Il Letrozolo è un farmaco appartenente alla classe degli inibitori dell’aromatasi, una categoria di farmaci che bloccano la produzione di estrogeni, ormoni femminili che possono favorire la crescita di alcuni tipi di tumori al seno.